Parlare di Antiquariato a Sarzana è raccontare la storia della città dal 1978, anno di inaugurazione della prima edizione, ad oggi. Anni di grande fermento culturale per la città di “Nicolò V, dei Buonaparte, e del Fiasella, dove si sente battere l’ala dei secoli” (come scriveva in “Mia Terra Colorata di Memorie”, il poeta sarzanese Corrado Martinetti, 1951).
A partire dagli anni ‘60 fino ad arrivare a metà anni ‘80, i sarzanesi si sono riappropriati della propria storia riannodando i fili con un passato ricco di cultura, tradizioni, valori. Per capire come si è arrivati alla 1° Mostra dell’Antiquariato del 1978 è necessario un salto indietro nel tempo, a quella mostra del 1961, “Arte a Sarzana dal XII al XVIII secolo”, che segna, simbolicamente, l’inizio della riscoperta della città.
Sono due sarzanesi “doc”, Franco Franchini e Renzo Lupo Berghini (presidente della Cassa di Risparmio della Spezia l’uno; pittore l’altro), “animati da un grande ed entusiastico amore per gli interessi di Sarzana”, a rivolgersi a Pasquale Rotondi (Sopraintendente alle opere d’arte della Liguria) proponendogli di effettuare “la sistematica perlustrazione casa per casa oltre che chiesa per chiesa allo scopo di accertare l’effettiva importanza di quanto vi si custodisse”.
Nasce così una mostra citata negli anni a seguire.
I tre quarti delle opere esposte non erano conosciute agli studiosi tanto da far scrivere a Rotondi “che Sarzana fosse un centro ove l’arte aveva sempre avuto un singolare primato era già dimostrato da alcuni ed insigni capolavori che vi si conservano: dal famoso Crocifisso di Guglielmo alle opere di Giovanni di Balduccio, del Riccomanni, di Giuseppe Maria Cre-spi, del Solimena: tutti segni precisi dell’antica e fine sensibilità della piccola ma gloriosa cittadina ligure. Ma che, al di là di queste opere note, molte altre ve ne fossero, non meno importanti ed inedite, poteva sembrare impossibile (…) ora sono usciti dall’anonimato lavori di Strozzi, Grechetto, Orazio De Ferrari, Fiasella, Piola, Magnasco, Barbieri, Maffei, Schedoni, Beccafumi, Carpenino ecc.”